"E poi la mia fiera: quella che cominciava in piazza del Duomo e che si avvertiva già in via Magnolfi con l'odore dei croccanti e dall'agitazione dei ragazzi. I banchi dei giocattoli e dei dolciumi erano allineati in una fila continua dalla piazza, lunga la via Garibaldi, fino al Mercatale. E a ogni banca era una fermata interrotta dagli strattoni di chi ti teneva per mano. Giocattoli sognati che i venditori ti facevano toccare e che poi ritiravano per renderli più desiderati. Trenini di latta, cavalli a dondolo, fucilino can il calcia di legna e il cane di metallo lucido che faceva esplodere i fulminanti, carrettini dipinti, cavallini di cartapesta, armoniche e palle di gamma colorate, trottole e soldatini. Spintoni e richiami: via Garibaldi era una fiumana di suole di scarpe della domenica strusciate sulle pietre, che da una parte scorreva lenta versa il Mercatale e dall'altra ritornava."