Nel branco di belve note per la loro forza e coraggio, c’è un lupo giovane e allegro. È il più piccolo ed è diverso da tutti gli altri. Lo chiamano Lupo di Farina perché è morbido, delicato. Se incontra qualcuno nella foresta non ringhia, non rizza minacciosamente il pelo. Esibisce il suo sorriso più smagliante e allarga le zampe quasi a voler cingere il mondo. Si fruga nel manto e, come per incanto, tira fuori qualche figurina impastata che regala allo sconosciuto, all’amico o perfino al nemico: un fiore, un albero, un cerbiatto o una volpe.
Lupo di Metallo, Lupo di Sasso e Lupa di Albero, come molti altri del branco, guardano la scena inorriditi. Gli spiegano che è contro natura: «Coraggio, sei un LUPO!». Spinto dagli altri componenti del gruppo, Lupo di Farina tenta di cambiare e trasformarsi in un predatore, ma con risultati davvero deludenti. Quando prova a sferrare i suoi pericolosissimi agguati, a suon di «BUH!», lo scoiattolo si fa beffe di lui, il coniglio rimane indifferente e l’orso esplode in una grassa risata.
Lupo di Farina ci pensa su e decide di ritornare alla sua indole pacifica e amichevole. Intorno a lui trova tanti mucchietti di farina. Sotto gli occhi increduli degli altri lupi, comincia a modellarli. Ora tante piccole sculture riempiono la foresta, che sembra quasi decorata come fosse festa. A quella vista, qualcosa cambia nel cuore dei componenti del branco. Improvvisamente, i lupi non hanno più voglia di attaccare, mordere, combattere. Preferiscono cantare e ballare, guardare il cielo e ululare di felicità.
Adesso il branco lo ha capito: in un gruppo di guerrierici vuole sempre qualcuno che riempia la foresta di dolcezza. Lupo di Farina sapeva già come fare.